Dieci usi per una cattedra

Esistono tanti tipi di cattedre.

Ogni modello ha la giusta collocazione e utilità in classe.

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1) Retablo

Per i prof che amano la cattedra con predella. Più quest’ultima è rialzata più il docente si sente importante. Se istoriata con scene del primo canto della Divina Commedia, l’insegnante riesce a far apparire in classe Apollo e le Muse e, successivamente, recita versi a memoria superando Benigni, che è tutto dire! Dall’alto dei cieli, misticamente, impartisce la sua lectio magistralis con impegno, eleganza, usando linguaggio forbito. Frontale per antonomasia, gli astanti sbadigliano, boccheggiano, cercano con lo sguardo vie di fuga, fuori dalla finestra. Si impegna ma non convince: risulta poco coinvolgente. Voto 5.

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2) Barricata

La cattedra preferita dai prof “sono in classe non mi vedete?”. Questi professionisti dell’insegnamento pur amando il proprio mestiere, pur riponendo tutta la loro fiducia negli studenti (tanto da difenderli sempre nei consigli di classe), pur impiegando tutte le (ridottissime) energie rimaste, provano ad attirare l’attenzione dei ragazzi in tutti i modi ma questi ultimi non riescono proprio a stimarli. La cattedra serve per proteggersi dal lancio di palline di carta, aeroplanini e, talvolta, dagli insulti. La stima va conquistata passeggiando fra i banchi, ascoltando gli alunni, condividendo gioie e dolori a quattr’occhi. Mai mostrare le proprie debolezze. Voto 3.

3) Scivolo

Studiata per i docenti estrosi, per quelli che si donano anima e core, con vero slancio emotivo e intellettuale. In presenza di questo originalissimo mobile, di solito il prof si toglie le scarpe, sale sulla pedana e via, giù verso la platea. La cattedra è sicuramente posta molto in alto su una predella di almeno due metri. Occorre un’aula molto ampia. L’insegnante dopo il rito dell’atterraggio, cammina libero fra i banchi, si siede con gli alunni, aiuta quelli in difficoltà, sostiene quelli sicuri di sè. Quando la lezione è finita, il docente saluta affettuosamente e gli alunni applaudono. Creativa con stile. Voto 9.

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4) Scrivania

Non mancano le cattedre per i prof con il doppio lavoro. Studiata per i docenti di tecnologia o aspiranti scrittori. La cattedra-scrivania è l’ufficio ideale per chi deve recuperare tempo: ogni minuto è prezioso per aggiungere una parola al proprio romanzo in uscita o chiudere quel render in consegna. Utile per piazzarvi sopra il pc e ciao! Chi si è visto si è visto. Di solito questi prof, dove aver chiesto e ottenuto il silenzio, assegnano un’attività grafica o un componimento ai ragazzi. Così tutti lavorano, nessuno rompe e siamo tutti più contenti. Si produce, certo, ma senza anima. Voto 6

5) Paravento

Studiata soprattutto per le prof che non possono rinunciare alla minigonna. Quando la docente termina il suo monologo, senza aver avuto l’ascolto di nessuno, si alza per uscire e (d’amblèe) emersa dal separè, torna l’attenzione: soprattutto dei giovani adolescenti in piena tempesta ormonale. Anche l’occhio vuole la sua parte. Voto 7. (utile anche per quei docenti che siedono in maniera improponibile sul trono della cultura).

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Djembe

Per quei prof che “SILENZIO! BAAAm, BAAAAAM, BAAAAM!!”. Con il pugno chiuso, che nemmeno Petrus Boonekamp nelle migliori perfòrmance, o con la mano aperta, magari provvista di anello a fascia larga, fanno un casino infernale e gli alunni MUTI. Si consiglia un corso di ritmica prima dell’adozione per imparare il reggaeton o il ritmo trap che acchiappa. Per pochi, non per tutti.  Il silenzio e l’ascolto si ottengono con gentilezza, non con la forza. Voto 6 meno meno.

7) Espositore

Per le prof come me che portano libri illustrati in classe. la cattedra è un mero accessorio dell’aula, messa lì per esporre i volumi aperti e chiedere agli alunni, Dai votiamo, Quale leggiamo per primo? Questi docenti non si siedono mai, stanno sempre i piedi per ravvivare l’ambiente. Mai usare i tacchi, che può venire il mal di mare. Voto 9

8) Letto

Per i prof più depressi, quelli “ormai non ce la faccio più! Quando arriva la pensione?” È necessario, se si vuole stare davvero comodi, portare da casa un cuscino e una copertina. In effetti, qui non c’è bisogno della predella, anzi meglio anche le gambe del mobile vengono accorciate. Così a terra, sulla tavola dura e liscia, si risolvono anche quei problemini alla schiena. Voto (rrrrrrrroooonnnnnf) non classificato.

9) Botola

Questa più che una cattedra è un accessorio del pavimento dell’aula, sottostante il mobile. Ogni alunno è provvisto di telecomando e se il prof è noioso, non piace o urla troppo, schiacci un bottone, si apre la botola e CIAONE. Voto 9 per l’ingegno, 4 per la crudeltà.

10) Vacante

la cattedra vacante è quella che mi permette, ancora oggi, di lavorare. Sto in terza fascia e posso entrare in classe solo se manca un docente titolare. In fondo è molto comoda anche se non mi garantisce la continuità negli Istituti che mi arruolano via via. Svolgo il mio lavoro con entusiasmo e non ho bisogno nè di paraventi, nè di predelle istoriate. Non porto più minigonne, al massimo poggio il mio ipad sul bancone per far partire colonne sonore. Una sedia, per i rari momenti di stanchezza, mi basta.

AMEN.

 

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